Quanti soldi tenere sul conto corrente?

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Su queste pagine abbiamo fatto spesso riferimento all’abitudine tutta italiana di tenere la maggior parte dei propri risparmi sul conto corrente e, in varie occasioni, abbiamo cercato di sottolinearne le numerose criticità soprattutto alla luce del fatto che l’inflazione ha raggiunto i suoi massimi storici. Se è facile intuire che, come recita il noto proverbio, è meglio non mettere tutte le uova nello stesso paniere, è arrivato il momento di soffermarci sull’argomento in maniera più approfondita, cercando di fare un quadro il più esaustivo possibile e dare alcune linee guida utili per una  efficiente.

Perché non devo tenere troppi soldi sul conto corrente? Perché ha costi elevati, gli interessi sono bassi e perdono valore per l’inflazione.
A quanto ammonta l’imposta di bollo? 34,20 euro per le persone fisiche, 100 euro per le persone giuridiche.
Gli interessi sul conto corrente sono tassati? Sì, sono soggetti ad una ritenuta fiscale del 26%

Giacenza: qual è la liquidità necessaria da tenere sempre sul conto corrente?

Quando si parla di argomenti così rilevanti come i risparmi personali e la gestione del proprio patrimonio è bene non generalizzare, ma possiamo comunque delineare alcune “best practice” di riferimento che possono essere utili a chi vuole migliorare la gestione della liquidità sul proprio conto corrente. Uno dei punti più rilevanti da questo punto di vista è la giacenza, vale a dire il denaro disponibile in un determinato momento: per la maggior parte delle persone la giacenza corrisponde alla somma di tutte le proprie entrate e di tutte le uscite, perché siamo abituati a farci accreditare lo stipendio o addebitare le bollette direttamente sul conto. Il problema nasce quando questa somma rimane lì dov’è: una soluzione certamente comoda, ma economicamente ben poco vantaggiosa. Allora quanti soldi posso tenere sul conto corrente? Ogni caso è diverso ma, in linea generale, si può affermare che sul conto corrente vada tenuto ciò che serve per affrontare le spese quotidiane e le eventuali necessità per i prossimi 3 mesi: se, ad esempio, la rata del nostro mutuo è di 700 euro e affrontiamo spese mensili per altri 400 euro, allora sul conto dovremmo tenere circa 3500 euro. Si tratta naturalmente di un calcolo spannometrico che non prende in considerazione molte variabili, ma il concetto di base si può facilmente declinare sulle necessità del singolo e il punto rimane il medesimo: è consigliabile tenere sul conto corrente solo lo stretto necessario, e mettere a frutto il resto in altre modalità.

Qual è la soglia massima da non superare?

Un secondo tipo di ragionamento che possiamo fare per capire quanti soldi tenere sul conto corrente riguarda le soglie massime che sarebbe bene non superare: ad esempio, non tutti sono consapevoli del fatto che i conti correnti intestati a persone fisiche con una giacenza media annuale inferiore a 5000 euro sono esenti dal pagamento dell’imposta di bollo. Attualmente l’imposta ammonta a 34,20 euro all’anno, una cifra che può sembrare irrisoria ma è sufficiente moltiplicarla per 10 o 15 anni per rendersi conto che, tutto sommato, sono soldi che potevamo spendere in altro modo. Se chi ha una famiglia numerosa, magari con figli a carico, o chi affronta spese mensili molto elevate può trovare difficile mantenere la giacenza media sotto i 5000 euro, c’è un’altra soglia importante da tenere a mente ed è quella dei 100.000 euro: questo è infatti il limite massimo della copertura offerta dal FITD (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi), l’ente che tutela il risparmiatore in caso di liquidazione coatta amministrativa della banca. Casi eclatanti come il crack di Lehman Brothers o il default dell’Argentina ci insegnano che nessuno è esente dal rischio di credito, neanche gli Stati e gli istituti bancari, e lasciare cifre importanti sul conto corrente significa purtroppo mettere a repentaglio i risparmi di una vita e i progetti per il futuro.

 

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*Anche se si tratta di un investimento a basso rischio, questo non è un portafoglio di liquidità pura e vi è la possibilità che il valore dei tuoi investimenti possa diminuire e che tu possa ottenere meno di quanto hai investito.

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Prendendo ancora spunto da un passato piuttosto recente, forse in pochi ricordano la patrimoniale sui conti correnti: era il luglio del 1992 e il Governo italiano, alla disperata ricerca di una soluzione per finalizzare la manovra correttiva da 30 mila miliardi di vecchie Lire, decise di procedere al prelievo forzoso dello 0,6% sui capitali. Un’eventualità più unica che rara, certo, ma la situazione economica attuale non lascia grande margine all’ottimismo e il rischio di trovarci sull’orlo di una nuova crisi finanziaria è sempre in agguato.

Quanto costa tenere i soldi sul conto corrente?

Tenere i soldi sul conto corrente può costare molto, molto caro: quello della tassa patrimoniale è naturalmente un caso estremo, ma ciò non toglie che i nostri capitali subiscono ogni anno una lenta ma costante erosione, e i motivi sono principalmente quattro:

  • Gli interessi bassissimi sulle giacenze: non è un mistero che gli istituti bancari riconoscano interessi molto bassi, spesso vicini allo zero, e un capitale che non matura è un capitale destinato a diminuire nel tempo. Inoltre, tenere troppi soldi sul conto corrente significa rinunciare alla possibilità di optare per prodotti più redditizi, e non parliamo necessariamente di strategie di investimento articolate: a volte anche spostare una parte del proprio capitale sul conto deposito può fare la differenza.
  • Una tassazione importante sugli interessi: non solo gli interessi sulle giacenze sono bassi, ma sono anche colpiti da una ritenuta fiscale del 26%, prelevata direttamente a monte dalla Banca.
  • L’imposta di bollo: ne abbiamo già parlato nel paragrafo precedente per quanto riguarda i conti correnti intestati a persone fisiche e con giacenza media superiore ai 5000 euro, per i quali si paga un’imposta di bollo di 34,20 euro all’anno, ma l’imposta colpisce anche i conti correnti intestati alle persone giuridiche e ammonta a 100 euro.
  • L’inflazione che svaluta il capitale: più volte su queste pagine abbiamo parlato dell’impatto considerevole che l’inflazione ha sullo scenario economico in generale e anche sul nostro potere d’acquisto. Per fare un esempio pratico, basta pensare che un’inflazione al 2% può far diminuire il valore dei nostri soldi del 30% in appena 20 anni: si tratta quindi di una vera e propria tassa implicita sul conto corrente.

 

Tratto da https://blog.moneyfarm.com/

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