Welfare aziendale: i vantaggi fiscali per aziende e dipendenti

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Il piano di welfare aziendale è una strategia pensata per aumentare il benessere e la soddisfazione dei dipendenti e può includere una svariata gamma di beni e servizi, a partire da quelli pensati per incentivare la mobilità sostenibile fino a quelli che puntano a erogare voucher welfare da utilizzare per l’acquisto di beni o per servizi particolari.

Uno degli aspetti più interessanti riguarda i non indifferenti vantaggi fiscali che queste soluzioni garantiscono sia alle aziende che ai lavoratori.

Welfare aziendale: quali vantaggi fiscali offre

Per andare a scoprire i vantaggi fiscali offerti dal welfare aziendale a datori di lavoro e dipendenti, è necessario prendere in considerazione il Testo Unico dell’Imposta sul Reddito e la Legge di Bilancio, la quale, di anno in anno, stabilisce l’ammontare massimo della somma deducibile.

Per quanto riguarda il TUIR, i due articoli ai quali prestare attenzione per scoprire i vantaggi fiscali garantiti alle aziende e ai dipendenti sono rispettivamente il 100 e il 51.

L‘articolo 100 comma 1 stabilisce, infatti, che:

“Le spese relative ad opere o servizi utilizzabili dalla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi.

In poche parole, le iniziative di welfare sostenute, su base volontaria, dal datore di lavoro, sono deducibili per un massimo del 5 per mille a patto che riguardino o tutti i dipendenti oppure specifiche categorie.

Con “categoria” si intende un particolare insieme di lavoratori aventi almeno una caratteristica in comune, come quelli con genitori anziani, i dipendenti che fanno turni domenicali o notturni e via dicendo.

uesto articolo mette dunque un paletto al datore di lavoro che desidera portare in deduzione le spese sostenute, su base volontaria, a favore dei propri dipendenti, imponendogli l’obbligo di destinare le iniziative di welfare a un omogeneo gruppo di dipendenti e non a un singolo lavoratore.

In realtà, la deduzione del 5 per mille interessa solo l’ammontare delle spese per il welfare che superano la cifra prevista dalla Legge di Bilancio e deducibile al 100%. In pratica, nel 2024 le aziende hanno la possibilità di portare in deduzione:

  • il 100% delle spese sostenute per il welfare fino a una cifra pari a 000 euro per i lavoratori senza figli a carico e a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico;
  • il 5 per mille della cifra restante.

Laddove poi l’azienda avesse formalizzato il proprio piano di welfare attraverso un regolamento interno non revocabile o in presenza di un obbligo sancito dal Contratto Nazionale di Lavoro di categoria, la deducibilità sarebbe sempre pari al 100% dei costi sostenuti.

 

Welfare: i vantaggi fiscali per i dipendenti

L’articolo 51 del TUIR offre una panoramica completa delle somme, dei beni e dei valori che non concorrono a formare il reddito imponibile. Questi includono, per l’appunto, molti beni e servizi che possono essere inclusi nel piano di welfare aziendale, come i contributi previdenziali e assistenziali, i servizi di assistenza destinati ai familiari del lavoratore, gli abbonamenti per il trasporto pubblico e via dicendo.

In termini fiscali, questo significa che i benefit inclusi nel piano di welfare, pur aumentando il potere d’acquisto del soggetto ricevente, non sono sottoposti a tassazione o pagamento dei contributi.

 

I voucher welfare

Tra i benefit più apprezzati dai dipendenti rientrano i voucher welfare, buoni elettronici o cartacei che offrono l’opportunità di acquistare beni o usufruire di servizi particolari senza dover spendere nulla di tasca propria.

A seconda del tipo di buono ricevuto, il lavoratore può usufruire di servizi di baby-sitting per i propri figli o servizi di assistenza per i genitori anziani, può pagare la palestra, un centro benessere, un corso di formazione, fare un viaggio e altro ancora. In quanto rientranti nel piano welfare, non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente, risultando dunque esentasse per i dipendenti e deducibili – entro i limiti visti precedentemente – per i datori di lavoro.

 

Tratto da https://www.commercialistatelematico.com/

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