Il World Alzheimer Report 2024 evidenzia un tema sottovalutato: il fardello della demenza non è solo legato agli effetti cognitivi della malattia, ma anche allo stigma che accompagna chi ne soffre.
In Italia circa il 5% della popolazione sopra i 60 anni soffre di Alzheimer.
La malattia ha in genere un inizio quasi impercettibile: chi si ammala inizia semplicemente a dimenticare alcune cose. Con il tempo però arriva al punto di non riconoscere più nemmeno i familiari e ad avere bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. Con l’aumentare dell’età media della popolazione purtroppo è in aumento: ogni tre secondi qualcuno, da qualche parte nel mondo, sviluppa una qualche forma di demenza.
Oltre agli aspetti medici, già di per sé complicati anche perché ancora non è stata trovata una cura valida si aggiungono quelli sociali: chi soffre di demenza viene spesso percepito come meno capace, meno importante e meno degno di attenzione. Una percezione errata che porta all’esclusione sociale e all’isolamento sia dei malati sia dei loro familiari.
A dirlo, dati alla mano, è il World Alzheiemer Report 2024, e a riportarlo Altroconsumo.
Un primo aspetto critico emerso dal rapporto è la scarsa consapevolezza della malattia. L’80% delle persone comuni e persino il 65% dei sanitari intervistati, infatti, è ancora coninto che la demenza sia una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. Un pregiudizio che non solo ritarda la diagnosi e i trattamenti, ma che ne limita anche l’accesso ai servizi di suppporto necessari al malato.
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