Sì, viaggiare… ma col paracadute

Presa sottogamba e ritenuta un costo evitabile, la polizza viaggi è invece la tutela migliore contro le brutte sorprese in vacanza. E diventa irrinunciabile per le destinazioni extraeuropee. Ecco perché.

 

Vacanze e altri disastri. Il tema è da sempre una inesauribile fonte di ispirazione per scrittori e cineasti. Cosa c’è di meglio delle (dis)avventure di viaggio per costruire trame avvincenti, piene di colpi di scena e di bizze del destino?
Il filone è talmente permeato dalla finzione che pochi pensano, nella vita reale, di ritrovarsi protagonisti delle stesse traversie. Non si spiega altrimenti perché uno strumento come le polizze viaggi, capaci di fornire una copertura contro tante delle possibili iatture in vacanza, riscuotano così poco successo.
Lo confermano anche le risposte degli ACmakers, la community di soci e fan che collaborano ai test e alle indagini di Altroconsumo. Su 1.025 persone che hanno risposto al questionario, ben 746 non hanno stipulato un’assicurazione. La stragrande maggioranza crede semplicemente di non averne bisogno, altri non ci hanno proprio pensato. Solo una minoranza ci rinuncia perché ritiene che il costo della polizza viaggi sia troppo alto.
Insomma, per i più non ne vale la pena o è semplicemente una voce da tagliare.

ANSIA DA VIAGGIO

Ciò però non significa che la vacanza non generi alcuna preoccupazione. Anzi. Al primo posto gli ACmakers mettono il timore di andare incontro a problemi di salute. Uno su tre ha paura di ammalarsi o infortunarsi in viaggio. Quasi altrettanto diffusa è la paura di non riuscire neppure a partire, a causa di imprevisti sul lavoro o in famiglia. C’è poi il rischio che il bagaglio vada perso durante una tratta aerea, cosa che mette in ambasce più di un intervistato su cinque. E un numero analogo di persone teme che il volo possa essere annullato. È curioso che tutte queste apprensioni non facciano poi scattare (nella maggior parte dei casi) la molla che porta a sottoscrivere una polizza viaggi, così come colpisce che gli imprevisti che generano maggiore ansia siano proprio quelli che trovano più facilmente una copertura grazie a una polizza.

L’ASSISTENZA SANITARIA

Assistenza, spese mediche, bagaglio e annullamento viaggio sono infatti quattro voci cardine delle polizze viaggi. Se ci si ammala o si subisce un infortunio in vacanza, i medici della centrale operativa forniscono al telefono un primo consulto che indirizza verso una visita medica, la semplice assunzione di un farmaco o, nel caso, il pronto soccorso. Se poi si è costretti a prolungare il soggiorno per curarsi, le compagnie assicurative sostengono in tutto o in parte i costi per l’estensione della permanenza. Anche il rientro anticipato per motivi di salute – nel luogo di residenza oppure dove è situata la struttura sanitaria più idonea e attrezzata – potrebbe essere un costo coperto dalla polizza, compreso quello per il trasporto con un aereo sanitario dotato di personale medico e infermieristico per l’assistenza. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che non tutti i pacchetti assicurativi prevedono le stesse garanzie. Oltre alle voci delle coperture incluse, vanno sempre controllati i limiti e i massimali (se la spesa supera il
massimale, la parte eccedente resta a carico dell’assistito) e le esclusioni, vale a dire le eccezioni che non
fanno scattare la garanzia.

LE SPESE MEDICHE

Le spese per le prestazioni ospedaliere, mediche e farmaceutiche sostenute in viaggio – deve comunque trattarsi di casi urgenti, in genere sono escluse le malattie preesistenti – potrebbero non essere pagate direttamente dalla compagnia, ma rimborsate all’assicurato una volta rientrato.
A ogni modo, meglio controllare le condizioni della polizza così da evitare di vedersi applicati scoperti.
Inoltre, è molto importante tenere a mente che in genere le compagnie prevedono che l’assicurato, prima di effettuare qualsiasi spesa sanitaria, contatti preventivamente la centrale operativa per ottenere l’autorizzazione. Se si viaggia in Italia, la garanzia per le spese mediche è una copertura pressoché superflua, perché solo in alcuni
casi è previsto il pagamento di un ticket. Per quanto riguarda invece la garanzia dell’assistenza alla persona, può essere utile
ed è meglio includerla, dato che contempla la possibilità di invio di un medico sul posto e il rientro sanitario. Discorso analogo per chi viaggia nei confini dei ventisette paesi dell’Unione europea. Infatti, i cittadini comunitari hanno diritto a ricevere le cure necessarie e urgenti in qualunque stato membro essi si trovino, e anche in altri quattro paesi aggiuntivi, grazie a speciali accordi: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Bisogna ricordarsi di portare con sé la tessera sanitaria, perché andrà mostrata. Ogni paese dispensa le cure ai cittadini europei applicando le stesse regole previste per i propri residenti. Se quindi nel paese europeo in cui ci si trova è previsto il pagamento del ticket per ricevere la prestazione, il suo costo rimane a carico dell’assistito e non potrà essere rimborsato una volta che questi avrà fatto rientro in Italia.

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